La storia di Santo Stefano Belbo ha origine nell’Alto Medioevo, per poi percorrere i secoli in un intreccio di arte, religione, agricoltura e cultura, fino ad arrivare al suo recente passato, raccontato nel Novecento dalla penna di Cesare Pavese. Ancora oggi continua a raccontare e a farsi raccontare, custodita tra le colline, testimoni dirette dei secoli di storia trascorsi.
Proprio le scorribande barbariche resero Santo Stefano Belbo il riparo perfetto per gli abitanti di un villaggio, conosciuto in epoca romana come Favrega o Faurega, che in fuga da Visigoti, Burgundi, Longobardi, Franchi e Saraceni si radunarono sulla collina.
Il luogo su cui sorgeva il villaggio originario rimase abbandonato fino all’arrivo dei monaci benedettini, che fondarono su quel terreno l’abbazia di San Gaudenzio, in stile romanico, edificata su tre navate.
La posizione impraticabile e protetta permise al villaggio di strutturarsi e superare quasi indenne gli anni di devastazione e razzia dei conquistatori. Fu la neonata chiesa dedicata a Santo Stefano, intorno all’anno Mille, che diede il nome al paese.